La stagione della tassa di soggiorno la prima volta di tutto il litorale
Da Chioggia a Bibione: si parte da maggio nonostante sei ricorsi al Tar. Boom di incassi nel 2013. «A fine anno 5 milioni in più»

di Gloria Bertasi

bibione_tassa_soggiornoQualcuno parte il 1 maggio, altri hanno scelto il 1 giugno o al massimo il 15 ma sulla costa veneziana sta per partire la prima vera stagione della tassa. Di soggiorno. L’unica eccezione è Caorle. Qui il mondo ricettivo si è unito contro l’imposta ed è riuscito a ottenere dal Tar una sospensiva, la prima del Veneto. E così l’avvio della riscossione slitta al 21 maggio, a meno di una sentenza dei giudici a favore degli albergatori. «Se il Comune ci avesse ascoltato non saremmo arrivati allo scontro legale», dice Gianpiero Zanolin, presidente dell’Associazione albergatori. Lo scontro legale c’è stato quasi ovunque, da Venezia (tre ricorsi di albergatori), a Chioggia (due ricorsi) ma tra maggio e giugno chi viene in ferie sulla costa dovrà pagare un ticket giornaliero per godersi il sole, senza preoccuparsi troppo: le cifre sono più contenute delle città d’arte, si va dai 30 centesimi del campeggio a 1 euro al giorno negli hotel 4 stelle.

Di media, hanno calcolato gli amministratori, per una vacanza di dieci giorni si spendono in più circa tra i 4 e i 5 euro. Non sono i conti di Venezia, che è stata la prima a partire nel 2011 e ha avuto bisogno di due anni di rodaggio, accordi con la Finanza e due battaglie legali (il terzo ricorso è stato depositato in questi giorni) per arrivare al risultato dei primi tre mesi del 2013: 3,8 milioni incassati rispetto ai 2,6 dell’anno scorso, con un aumento del 30 per cento. Merito dei controlli e del parere della Corte dei conti che obbliga gli albergatori a essere sostituto d’imposta.

«Se il trend continua così con più 1,2 milioni ogni tre mesi — dice il vicesindaco Sandro Simionato — potremmo incassare 5 milioni in più nel 2013, forse anche di più considerando che c’è la Biennale alle porte. Tutte le strutture crescono, l’extralberghiero più degli hotel, la tendenza è in salita, un dato che si discosta da quelli che dà il mondo del turismo». Ora tocca a tutte le altre località. «Abbiamo scelto di introdurre l’imposta solo nei mesi di alta stagione, giugno, luglio e agosto – spiega Gianni Carrer, vicesindaco di San Michele al Tagliamento, ex presidente degli albergatori di Bibione – L’argomento è molto delicato ed è difficile spiegare la grave situazione economica in cui versano i Comuni».

La giunta di San Michele deve ancora stabilire per quanti giorni i turisti dovranno pagare e per ora gli operatori non minacciano ricorsi. «Da albergatore non sono mai stato contrario all’imposta – conclude – se serve a migliorare la città». A Cavallino la tassa è al suo secondo anno e scatta ogni primo maggio. «Nel 2012 gli incassi hanno superato le aspettative, 2,3 milioni – spiega il sindaco Claudio Orazio – il 90 per centro proviene dai camping». Che ne farebbero volentieri a meno, dice Armando Ballarin, presidente di Assocamping: «Non abbiamo fatto ricorso, non ce n’erano i presupposti – spiega – abbiamo trattato con il Comune per limitarne l’impatto garantendo le entrate. Noi speriamo però che sia tolta o riscritta la legge a Roma, non è giusto che paghi solo il ricettivo».

A Chioggia il primo anno di tassa non ha dato i risultati sperati, 600 mila euro contro 1,3 milioni previsti e ora la giunta vuole rivedere le regole. «Con il nuovo bilancio ci adegueremo agli importi delle altre località balneari », dice l’assessore al Bilancio Narciso Girotto. Per ultimo parte Jesolo, dove le categorie sono sul piede di guerra. «Attendiamo di vedere se il ricorso di Caorle è replicabile altrove», dice Massimiliano Schiavon, presidente degli albergatori jesolani.

da corriere.it

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