Tassa di soggiorno, a Lignano c’è chi la vuole – Dì la tua
Un gruppo di cittadini sollecita il Comune a esprimersi: «Basta tentennare, bisogna decidere». Imposta di 50 centesimi
di Viviana Zamarian
La questione è nota. Ma ancora non è stata discussa a fondo. Per questo ora dal web, e non solo, arriva l’invito al Comune ad affrontarla di petto coinvolgendo tutta la comunità. In ballo, del resto, ci potrebbero essere delle risorse da reinvestire in tutto il settore turistico. Ritorna così a essere sollevato in città il tema della tassa di soggiorno.
La “cugina” Bibione dal 2013 la impone in media a persona a 0,60 centesimi. Traendo “fondi” (nel primo anno di applicazione di oltre due milioni di euro) che utilizzerà non solo per opere, ma anche per la promozione turistica. A sollevare la questione in rete è stato il gruppo di cittadini “Orizzonte Lignano”. Non si dichiara né a favore né contro, ma chiede che finalmente si inizi a discutere e «poi decidere insieme a tutta la comunità per il sì o per il no».
«Lignano Sabbiadoro è ad un bivio: imporre la tassa o non imporla? – ha affermato il referente Manuel La Placa -. Come reagirebbero il tessuto produttivo locale e l’economia territoriale: ci sarebbe una levata di scudi contro la proposta oppure un’apertura da parte degli operatori interessati? Tale imposta costituirebbe un salasso rigettato dalla nostra località oppure una carta vincente»? Per ora dunque si attende una risposta da parte del Comune.
«Al momento non è dato sapere cosa il nostro Comune intenda fare – ha proseguito – in merito alla questione nulla si muove e tutto rimane immobile anche riguardo a un argomento così importante. L’amministrazione dovrebbe sensibilizzare la popolazione, promuovere incontri con le categorie più e più volte, ascoltare tutti per rendersi conto se i tempi siano maturi per fare questo importante passo che potrebbe creare malumori, ma portare anche importanti risorse per la nostra località, visto che gli introiti relativi a questa tassa, secondo le informazioni in nostro possesso, non rientrano nella morsa del Patto di stabilità».
Si tratta insomma di decidere. Se introdurre (magari con la quota minima a 0,50 centesimi) o rigettare, come fatto fino ad esso, questa imposta. C’è, d’altra parte, una stagione estiva da organizzare. «Continuare a temporeggiare senza mai affrontare l’argomento – ha concluso – non farà altro che acuire la crisi che stiamo attraversando. Quando non rimarrà più alcuna via di recepimento di risorse sarà troppo tardi e forse, quella volta, più di qualcuno si domanderà se magari non sarebbe stato meglio almeno affrontare l’argomento». La discussione va avviata, dunque.
E in fretta. Analizzando pro e contro. Da una parte, del resto, ci sono i tanti benefici che potrebbe trarne Lignano in termini di investimenti. Dall’altra, ci sono anche le critiche sollevate in città dagli albergatori e il rischio che con questa imposta si perdano i turisti.
da messageroveneto.gelocal.it